Farsi una ragione delle cose

Faccio un sacco di foto perché mi voglio ricordare sempre tutto. Ma ricordare proprio tutto non è sempre un bene. Qualcosa è bene che ceda all’oblio. E che vi resti. Invece riguardando delle foto della montagna ho capito che voglio che delle cose mi restino impresse, tipo questo lago scomparso in questo posto dove mi piace andare. Io vado a passeggiare in una piana boschiva dove adesso non c’è niente, ma prima c’era un lago. Posso solo immaginarmelo, ma non ritorna. Non ritornerà più. Che volevo dire con questo? Niente. Parlo da sola. Volevo dire che se il lago non c’è più va bene lo stesso. Pasiensa. In uno dei miei libri preferiti uno dei miei scrittori preferiti dice che essere adulti significa farsi una ragione delle cose, o una cosa così*. Quindi questo lago non c’è più, e io quando torno a Eresaz guardo questo buco e posso dire “pasiensa”, me ne posso fare una ragione. Credo.

 

 

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* Opinioni di un clown, Heinrich Böll. “Ti manca proprio quello che fa di un individuo un vero uomo: la capacità di farsi una ragione delle cose.”

3 pensieri su “Farsi una ragione delle cose

  1. Sulla storia del farsi una ragione di Böll ho scritto una delle lettere d’amore più sofferte della storia dell’amore. Però ha funzionato, perdio.

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