Donne al telefono che non suona mai ma quando suona sono CAZZI. Capitolo 1: invece di scrivergli

Visto che a TORTOMARCIO e sicuramente per una questione massonica e di conventicole nessun giornale mi affida una rubrica del cuore spappolato a scadenza quantomeno mensile, mi sono risolta su MIA PERSONALE iniziativa di avviare su questo mio povero non cagato blog una nuova rubrica che si chiama Donne al telefono che non suona mai ma quando suona sono CAZZI, una frase che mi ha detto un amico al mare all’età di 17 anni per consolarmi dopo avermi rinvenuto sola su una scalinata a fissare un Nokia 3210 e alternativamente a giocare in modo catatonico a snake invece di divertirmi con gli altri. (Grazie, Damiano, ti voglio ancora molto bene per questo).

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(Un ritratto da giovane dell’autrice della rubrica mentre aspettava risposta, nell’era del telefono a disco)

Donne al telefono che non suona mai ma quando suona sono cazzi è per tutte voi, amiche. Qualche volta prendo spunto da vicissitudini personali, ma per la maggior parte del tempo nomi e persone e fatti sono inventati e minchioni che non scrivono sono da considerarsi puramente casuali.

Il primo capitolo che affronteremo è:

Tutto quello che puoi fare invece di scrivergli

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Vediamolo insieme per punti. Ecco cosa puoi fare, ragazza, INVECE DI SCRIVERGLI:

  • leggiti Guerra e Pace (l’hai già letto? Rileggitelo)
  • leggiti i Fratelli Karamazov 5 volte (Cioran diceva che se non l’hai letto almeno 5 volte non puoi dirti davvero uomo, o una cosa così, non scontentare Cioran)
  • guarda Heimat
  • lavora, se hai un lavoro, se sei freelance: cazzi amari
  • apriti una partita IVA
  • scrivi SUCA su un foglio di carta e mangiatelo
  • scegli il periodo storico e scrivi un romanzo storico, scegli altri 6 periodi storici e scrivine altri 6
  • fai cinque chili di AGNOLOTTI, butta via tutto e ricomincia da capo finché non escono fuori PERFETTI
  • pulisci il bagno, vai dai tuoi amici e pulisci i loro bagni, anche quelli che vivono in altre città, anche quelli che vivono in AMERICA (la tensione sessuale irrisolta si scioglie tutta con l’acido muriatico nelle fughe delle piastrelle, l’ho imparato nel 2015, ti devi fidare, ragazza)
  • tieni una cinghia di cuoio tra i denti e stringi forte, poi fortissimo
  • vai a farti fare una cura canalare che dopo il cuoio ti serve sicuro
  • mettiti a dieta e vai a correre finché non perdi cinque chili, sembra facile, ma se hai superato i 30 ci metterai 3 MESI TUTTI
  • riascoltati tutta la discografia di David Bowie finché non svieni o non sopraggiunge depressione medio-alta e poi di nuovo GIOIA DI VIVERE. David Bowie riallinea sempre i pianeti, e riporta sempre gioia di vivere, a un certo punto (non è dato sapere esattamente in quale di questi miei punti)
  • fatti un pisolino, è sempre la scelta migliore farsi un pisolino. Non ci sarà mai nella vita amore più grande di UN PISOLINO (o di più pisolini)
  • fai una lavatrice, fanne un’altra, fanne diciassette, fai una giravolta, dai un bacio, danne un altro, stendile, aspetta che si asciughi tutto. STIRA TUTTO
  • vai dal dottore anche se stai bene, batti tutte le ore a disposizione del tuo medico di base, come se fosse un lavoro, sei in servizio, spostati di quartiere in quartiere e se sei in provincia di paese in paese insieme a lui e cedi il tuo posto a tutti i pensionati seduti vicino a te con questa formula “ma no, scusi, mi pare ci fosse prima lei, vada pure”

 

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(Un ritratto dell’autrice, OGGI, sconfitta dalla tecnologia, ha ripreso il telefono a disco)

 

Ok, sei stata brava, adesso puoi scrivergli quel SUCA (ma se ti senti usa pure SUCA FORTE) di cui tanto cagionammo, solo non premere “invia”. Se vuoi premere “invia” rileggiti tutti i punti di cui sopra e ricomincia DACCAPO.

 

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4 pensieri su “Donne al telefono che non suona mai ma quando suona sono CAZZI. Capitolo 1: invece di scrivergli

  1. <> è verissimo: dopo che mi ero lasciata con il mio ragazzo non facevo altro che ascoltarlo. All’inizio mi deprimeva tantissimo, soprattutto “Life on Mars”, ma poi ho iniziato a ballare per casa da sola sulle note di “Let’s dance” e ho capito che iniziavo a stare meglio.

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